La pandemia di COVID-19 ha colpito tutte le attività della società, compresa l’industria della moda, ma molti hanno anche cercato di vedere il lockdown imposto come l’occasione perfetta per riflettere con cura sulle opportunità future e sui cambiamenti postivi che potrebbero scaturire da questa crisi. Ad esempio, anche gli studenti di Fashion Styling e Fashion Design della MKS Milano Fashion School hanno parlato della situazione durante le lezioni online con i loro docenti, ipotizzando cosa potrebbe cambiare in futuro. In particolare, nel mondo della moda l’attenzione è tornata a concentrarsi anche su alcuni aspetti già messi in discussione recentemente, come dimostrato dal fatto che ci si chieda ancora una volta se sia veramente indispensabile organizzare più sfilate annuali e show dal vivo per ogni fashion week.
Dopo aver reso necessarie modifiche consistenti al calendario della Moda di Parigi e Milano, l’emergenza sanitaria in corso ha spinto gli organizzatori della London Fashion Week (LFW) a prendere una decisione senza precedenti nei 40 anni di storia dell’evento. Per far fronte alla necessità di garantire il distanziamento sociale, il British Fashion Council (BFC) ha comunicato che l’edizione della LFW prevista per giugno 2020 si svolgerà in modalità streaming, proponendo interviste, podcast e showroom digitali sul sito londonfashionweek.co.uk, sulla scia delle settimane della moda di Shanghai and Mosca. Questa nuova versione dell’evento è stata definita “gender neutral” – facendo convergere le sfilate delle collezioni Uomo, Donna e genderless – e sarà aperta a tutti, sia ai professionisti ed esperti del settore che ai semplici consumatori.
Proprio il BFC aveva esposto al giornale inglese “The Guardian” la sua preoccupazione per il futuro dell’industria, che ha sempre fatto affidamento sui lavoratori freelance e che rischia di perdere la metà della sua forza lavoro entro del 2020.
“Creando una piattaforma per la settimana della moda, stiamo adattando l’innovazione digitale per soddisfare al meglio le nostre esigenze oggi, e promuovendo qualcosa su cui costruire una vetrina globale per il futuro”, ha spiegato Caroline Rush, amministratore delegato del BFC.
È vero che le conseguenze della pandemia si faranno sentire molto più a lungo di quello che pensiamo e speriamo, ma questa potrebbe essere una delle soluzioni migliori per permettere all’industria della moda di proseguire le sue attività.
Fonti:
Vanity Fair – The Independent – The Guardian