COVID-19, moda e cambiamenti all’orizzonte

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La stilista Simona Serra, docente del corso in Fashion Design presso la MKS Milano Fashion School, ha parlato durante le sue lezioni dei possibili effetti e cambiamenti a cui il settore Fashion potrebbe andare incontro a fine pandemia. Le abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa riguardo alle sue opinioni e a quello che è emerso dal dibattito, regalandoci così un interessante contributo sulla questione.

«Sono passati quasi tre mesi dalla comparsa di questo mostruoso e invisibile nemico e l’Italia si sta dimostrando sempre più grande!
Il mondo della moda, le aziende, le influencer, gli studenti, gli stilisti e tutto ciò che lo circonda non si è lasciato abbattere, si è subito ingegnato per trovare soluzioni, dalla solidarietà economica alla produzione di mascherine, camici, disinfettanti e spero che la maggior parte della popolazione si sia accorta che questo mondo non è poi così egoista e “superfluo” come a volte viene considerato.
La Moda rappresenta una fetta molto importante della nostra economia, quindi è lecito chiedersi: come cambierà dopo il coronavirus?
Sì, perché ora la catena che trainava tutto il sistema si è bloccata, si è inceppata trascinando con sé aziende, operai, produttori, creativi, negozi, eventi, commessi, accademie, etc. e porterà ad un profondo cambiamento.
Tutto questo arriva però in contemporanea ad un momento in cui la moda è satura, i ritmi sono diventati troppo frenetici, troppe collezioni una dopo l’altra per colmare un’insicurezza economica presente ormai da alcuni anni.
Quindi possiamo dire che questa “evoluzione” era necessaria ma nessuno si prendeva la responsabilità di provare ad allentare un po’ questa frenesia».

«Eccoci quindi arrivati al traguardo. “SLOW DOWN TO GET THE BEST FROM LIFE” (rallenta per trarre il meglio dalla vita).

La domanda è ormai sempre la stessa: come?
Non bisogna minimamente pensare che la moda sia finita ma come ha sempre fatto si adeguerà ai tempi e alle esigenze, senza togliere però la voglia di eleganza, distinzione e creatività.
Non dimentichiamoci che Coco Chanel riuscì ad emergere proprio grazie alle esigenze di una guerra, cambiando il modo di vestire delle signore e proponendo una moda più libera e duratura, rivalutando il Jersey, materiale fino ad allora considerato povero e privo di stile, creando capi comodi, meno costosi e allo stesso tempo chic.
Così dovrà essere anche per noi, gli stilisti e i nuovi creativi dovranno pensare a capi che durino e le tendenze allungheranno il periodo della loro ispirazione. Dovrà diventare la stagione N°1 di un nuovo calendario moda, con tempi più allungati, permettendo così ai consumatori di godersi appieno i loro recenti acquisti e di poterli riutilizzare con “successo” anche la stagione successiva. Cambiamenti positivi e nuove opportunità anche per i giovani creativi, prima magari riservate ai pochi eletti con nomi altisonanti alle spalle, ma non sempre in grado di interpretare al meglio le reali esigenze di una griffe, sperperando somme inaudite il più delle volte non necessarie, ma ora ripartendo dal punto 1, sì ai giovani creativi emergenti, che hanno appena concluso gli studi e non aspettano altro che fare quell’esperienza tanto voluta e richiesta, pieni di voglia di far conoscere le loro idee e le loro proposte in linea con questa “nuova moda”.
Per quanto riguarda le sfilate, dopo un periodo di costrizione necessario e sostituite momentaneamente dallo streaming, sicuramente e fortunatamente torneranno, indubbiamente anche loro un po’ “cambiate”, ma pronte a rappresentare il lavoro costante e ineccepibile di tutti coloro che ci “operano” con passione e dedizione.
Parola d’ordine per noi creativi: “Positivity end Energy” … d’altronde tutto ha sempre avuto inizio così!».

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